BATTESIMO

Lo stato delle cose.

Attualmente il percorso che la nostra parrocchia offre alle famiglie che chiedono il Battesimo per il/la loro figlio/a è basato su due momenti sostanzialmente più legati alla liturgia del sacramento, ossia il Rito di Accoglienza (che abitualmente viene celebrato dal Diacono la prima domenica di ogni mese di solito nella cappella della Scuola Materna) ed il Rito del Battesimo vero e proprio (celebrato di prassi l’ultima domenica del mese o durante una Messa della mattina o in una celebrazione apposita nel primo pomeriggio).

Una nuova proposta.

Si è pensato di potere integrare questo percorso con una terza occasione di incontro con le famiglie dei battezzandi che veda la partecipazione diretta di alcune famiglie della nostra parrocchia.

Perché?

Perché la Chiesa è anche una comunità di famiglie e la scelta di battezzare il proprio figlio è una scelta di fede che non si esaurisce con la sola celebrazione del sacramento del Battesimo come tale, ma che si inserisce in un orizzonte più ampio, comunitario. Questo incontro dovrebbe essere un’occasione di conoscenza, di confronto, di scambio, di testimonianza con altre famiglie che nella nostra parrocchia hanno già fatto (o stanno facendo) la scelta di vivere la propria fede in Gesù.

Come?

Nelle intenzioni dovrebbe essere un’incontro dal carattere informale, dialogico, …FAMIGLIARE!

Dovrebbe nascere un dialogo ed un confronto sereno con la presenza anche di qualche piccolo segno di accoglienza (una bella torta?).

Dove?

Anche il locale dove tenere questo incontro dovrebbe comunicare questo spirito di accoglienza, curato anche nell’arredo, che possa favorire il dialogo, adatto alle esigenze di famiglie che magari hanno anche altri figli che possano eventualmente giocare mentre il papà e la mamma partecipano all’incontro (… e giocare anche con i figli delle stesse famiglie chiamate a guidare l’incontro!).

La struttura più adatta a tale scopo potrebbe essere la Scuola Materna.

Quando?

Il giorno più adatto potrebbe essere il sabato pomeriggio, a metà tra il Rito di accoglienza e la celebrazione del Battesimo.

Con chi?

L’incontro dovrebbe essere guidato da almeno due coppie a rotazione ogni mese, possibilmente di “stagionatura” differente, che possano eventualmente anche essere presenti negli altri due momenti più liturgici. Il numero totale di coppie così coinvolte nella guida degli incontri dovrebbe essere almeno di una decina, ma ci si augura che, dopo le prime esperienze, possano aggregarsene anche altre. Il “reclutamento” è a cura ??

Quando si inizia?

Ci si propone di partire con i battesimi del mese di febbraio e di proseguire la prima fase “sperimentale” fino all’estate quando ci sarà una verifica per … aggiustare un po’ il tiro.

Ogni eventuale ulteriore contributo volto a migliorare questa proposta è bene accetto!

Sulla base delle premesse sopra descritte in data 10/01 u.s. si è tenuto un incontro con le coppie interessate da cui è emerso quanto segue:

È necessario elaborare un calendario con date precise da proporre mese per mese alle famiglie specificando che i riti di accoglienza si tengono la prima domenica del mese alle ore 11.00 presso la cappella della scuola materna, l’incontro con le famiglie si tiene il terzo sabato del mese alle ore 16.30 presso il salone della scuola materna, il Battesimo viene celebrato l’ultima domenica del mese alle ore 16.00 (circa) durante una Messa appositamente dedicata.

Tecnicamente le due coppie guida del mese partecipano ai Riti di accoglienza e, dopo avere avuto una iniziale conoscenza delle famiglie dei battezzandi, si ritrovano per preparare l’incontro del terzo sabato adattandolo alle circostanze. E’ stato sottolineato come tale incontro non deve essere una catechesi, ma nemmeno un’iniziativa solo amicale. Dovrebbe essere l’occasione per una riflessione che partendo da dati esperienziali (la nascita del figlio e conseguenti modifiche delle abitudini famigliari, le aspettative per il futuro del figlio, la scelta del nome, l’eventuale affidamento del figlio a terzi nell’organizzazione della vita famigliare) possa agganciarsi ad un riferimento alla fede (nostro figlio è anche figlio di Dio, la comunicazione della fede al figlio come aspettativa importante per il futuro, l’unicità del progetto di amore che Dio ha per questo figlio, la nascita del figlio come dono e non come possesso, l’affidamento del figlio alla comunità ecclesiale per il completamento del cammino di fede, la comunità come ambiente di crescita e di supporto per la vita di fede di tutta la famiglia, ecc.).

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